“Raffaello e gli amici di Urbino” in attesa dell’anniversario dei 500 anni dalla morte

Il prossimo anno sarà l’anno di Raffaello in quanto cadrà l’anniversario dei 500 anni dalla morte avvenuta il 6 aprile del 1520 ma i festeggiamenti i suo onore sono già iniziati. In particolare la sua città natale, Urbino, dove è stata aperta la mostra  “Raffaello e gli amici di Urbino” alla  Galleria Nazionale delle Marche  e  Palazzo Ducale di Urbino.  Promossa ed organizzata dal Polo Museale delle Marche, diretto da Peter Aufreiter, con la collaborazione del Comune di Urbino e della Regione Marche l’esposizione è curata da Barbara Agosti e Silvia Ginzburg e rimarrà aperta al pubblico fino al 19 gennaio 2020.

Indaga e racconta, per la prima volta in modo così compiuto – ha affermato  il Direttore della Galleria Nazionale delle Marche Peter Aufreiter –  il mondo delle relazioni di Raffaello con un gruppo di artisti operosi a Urbino che accompagnarono, in dialogo ma da posizioni e con stature diverse, la sua transizione verso la maniera moderna e i suoi sviluppi stilistici durante la memorabile stagione romana.

 

Raffaello, Madonna Aldobrandini, (particolare) olio su tela 38,9×32,9, Londra, National Gallery.

 

Fondamentale il ruolo giocato dagli umbri Perugino e Luca Signorelli nella formazione e nel primo tratto dell’attività di Raffaello e in parallelo dei più maturi concittadini Girolamo Genga e Timoteo Viti, artisti che ebbero a intersecarsi con il periodo fiorentino e con i primi tempi della presenza romana di Raffaello.

“È muovendo dal retroterra comune, dalle esperienze condivise, e dal confronto con le differenti reazioni di fronte ad analoghe sollecitazioni di cultura figurativa, che meglio risalta l’eccezionale ‘stacco’ compiuto dal giovane Raffaello, e che si intendono caratteri e limiti del percorso degli artisti urbinati contemporanei a lui in quel momento più legati,” hanno  sottolineano le curatrici della mostra.

 

Raffaello, Madonna Conestabile, tavola 17,5×18, St. Pietroburgo, Hermitage.

 

Nella nuova dimensione di scuola assunta dal lavoro di Raffaello durante il pontificato di Leone X stanno le premesse per i successivi svolgimenti della pittura moderna nel ducato urbinate, con l’emergere della personalità di Raffaellino del Colle dalla costola di Giulio Romano e soprattutto con il commovente omaggio ai modelli formali e decorativi raffaelleschi tentato da Genga all’indomani della morte di Raffaello ma in piena continuità e contiguità con il suo magistero”.

 

Raffaello, Ritratto di gentildonna detta La Muta, tavola 64×48, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche.

 

“La mostra è dunque – come ribadiscono le curatrici – un’occasione di misurare, in un contesto specifico di estrema rilevanza quale quello urbinate e nelle sue tappe maggiori, la grande trasformazione che coinvolse la cultura figurativa italiana nel passaggio tra il Quattro e il Cinquecento. A queste scansioni corrispondono, nella riflessione storiografica costruita da Vasari e fatta propria dagli studi successivi, il momento iniziale dell’adesione dei pittori della fine del secolo XV alle prime novità introdotte da Leonardo, ovvero alla adozione di quella “dolcezza ne’ colori unita, che cominciò ad usare nelle cose sue il Francia bolognese, e Pietro Perugino; et i popoli nel vederla corsero, come matti a questa bellezza nuova e più viva, parendo loro assolutamente che e’ non si potesse già mai far meglio”.

 

Galleria Nazionale delle Marche
Palazzo Ducale di Urbino
Piazza Rinascimento 13, 61029 Urbino (PU)
Telefono: 0722 2760
www.gallerianazionalemarche.it

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