“Linfatica” un omaggio per l’ hortus amoroso di Margherita Acciaiuoli a cura di Andrea Guastavino

Sposa di Pierfrancesco Borgherini, Margherita Acciaiuoli desiderava fortemente un giardino, troppo angusto il cortile ricavato all’interno del palazzo che il marito aveva fatto costruire, proprio a ridosso di Piazza del Limbo, al punto che il grande mecenate d’arte nel 1534 acquistò dagli Altoviti due edifici all’angolo con Via del Fiordaliso per farne un orto-giardino,  ancora oggi esistente.

Un hortus “amoroso”, una magica sosta lussureggiante nel cuore di Firenze che, appena varcato il cancello che da su Borgo Santi Apostoli, ci proietta in un’altrove dove il tempo sembra fermarsi. Sede della Aria Art Gallery, la galleria d’arte della European School of Economics, è questo Il luogo ideale per ospitare “Linfatica” una mostra a cura di Andrea Guastavino,  realizzata in collaborazione con la Biennale del Disegno di Rimini, in cui vengono espose opere di Lucia Baldini, Massimiliano Fabbri, Sabrina Foschini, tre gli artisti che si sono confrontati con il tema del mondo vegetale e della botanica, in un ambiente che non è altro che il naturale teatro dove svelare i segreti vegetali tra uomo e natura.

Linfatica è un erbario contemporaneo – dice Andrea Guastavino -, come quello dei primi esploratori tornati da mondi lontani con preziosi tesori come testimonianza del loro viaggio in luoghi altri e delle meraviglie vegetali raccolte, disegnate e descritte in quei libri. La mostra è un catalogo di esplorazioni visive, intime, metafisiche, attraverso le misteriose crescite sotterranee delle radici che percorrono strade invisibili e buie nella terra del subconscio. I rami crescono fino al cielo dell’impossibile, i fiori sbocciano nel sogno, la sola cosa reale che rimane”.

Sono libri aperti, piccole e antiche cornici ad ospitare le foglie parlanti di Lucia Baldini, un erbario intimo, immagini silenziose che ci parlano di legami familiari, storie vissute o interrotte, in un viaggio lontano nel tempo che lega l’uomo alla natura. I dipinti di Massimiliano Fabbri sono ricordi di un sogno carnale, un misterioso terreno di memorie che affiora attraverso una pittura densa e vitale, dove ritratti umani si alternano a monocromi di sfondi naturali. Rievocano un mondo glaciale popolato da streghe e fate,  un mondo di sogni,  le opere in acquarello di Sabrina Foschini, artista e poetessa, fiori sognanti, delicati ed evanescenti monocromi impressi sulla carta.

Nell’inaugurare una relazione tra la Biennale Disegno Rimini e Firenze – scrive nel catalogo   Massimo Pulini assessore alle Arti del Comune di Rimini  e Direttore Artistico della Biennale Disegno Rimini – abbiamo coscienza di rivolgerci a quella che è riconosciuta come la città che ha sancito il Primato del Disegno sulle Arti. Quella coscienza è scritta nella storiografia artistica, sin dalle risposte che Michelangelo Buonarroti e diversi altri artisti diedero a Benedetto Varchi intorno alla metà del Cinquecento. Il disegno – prosegue Pulini – è una soglia tra visibile e invisibile, tra pensiero e opera e questo, che sarà il tema della prossima edizione della Biennale, trova una singolare assonanza col motto della scuola internazionale che ospita questa selezione di mostre sul Disegno”.

 

 

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