JEAN BOGHOSSIAN. Antinomia ardente alla Galleria Il Ponte

La Galleria Il Ponte a Firenze apre il 23 aprile una mostra, la prima in Italia, dedicata a Jean Boghossian  a cura di Bruno Corà. In contemporanea con la mostra in galleria vengono esposte sei opere di piccolo formato presso l’Hotel Savoy di Firenze. A Venezia, in occasione della 59. Biennale d’Arte, viene presentata alla Compagnia della Vela, nei giardini di San Marco, la scultura monumentale Melencolia Contemporanea, a cura di Bruno Corà.

Qui di seguito alcuni stralci dal saggio in catalogo del curatore.

In questa sua mostra personale in Italia, a Firenze, presso la Galleria Il Ponte  Jean Boghossian presenta un repertorio di opere che hanno una chiara valenza sintetica di uno degli aspetti ricorsivi della sua opera generale […]

Entrée dans la toile, 2019, fumo su tele bruciate e tagliate, 212×245 cm

[…] la mostra di Firenze consente un approfondimento conoscitivo con alcune opere che mettono in risalto la predominante del denominatore comune cromatico basato sulla antinomia bianco-nero delle elaborazioni su carta o su tela.
Il particolare di tutte le opere esposte è che esse sono eseguite mediante l’impiego del fuoco e del fumo che, pertanto, in conseguenza degli effetti delle combustioni attuate sui supporti delle opere, dota i singolari lavori dello ‘sfumato’ prodotto dalla fuliggine, talvolta con una gamma di grigi graduati, talvolta con sottili zone brunite, in prossimità delle lacerazioni prodotte dall’azione combustiva della fiamma.

Untitle, 2020, plexi, 38x61x13 cm

In questa città, la scelta compiuta di tali opere, vuole essere implicitamente anche un omaggio alla modalità leonardesca dello ‘sfumato’ ancorché ottenuto col fuoco e non con colori come quelli usati dal genio di Vinci.
L’episodio fiorentino, infatti, si offre allo sguardo con un esplicito quanto virtuale invito ad “entrare nell’opera”. Il primo lavoro che si incontra negli ambienti della galleria è Entrèe dans la toile, 2018-2022 (cm 230x280x400), installazione di ben dieci tele collocate in sequenza, elaborate mediante combustione e fumo come il grande foro che le attraversa tutte creando una sorta di tunnel. E’ un’opera-ambiente, quella ideata e realizzata da Boghossian, che, provocatoriamente, sollecita il visitatore a fare l’esperienza metaforica dell’entrata nell’immagine fisicamente e quindi nell’arte stessa dell’artista.
[…]
Questa mostra personale di Boghossian, come accennato, esibisce dunque uno scelto nucleo di opere che, in modi diversi, risulta emblematico della sua produzione sia degli ultimi anni (2019-2021) – trascorsi durante l’imperversare di sensibili eventi per lui drammatici, dalla ripresa di violenti episodi destabilizzanti la vita civile in Libano, uno dei paesi di residenza di Boghossian, alla pandemia da Covid 19 – sia dei precedenti anni 2011-2015 germinali e felici nella messa a punto del suo linguaggio ignico.

 

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