Three Artist trees è un progetto Museo Novecento, ideato e a cura di Sergio Risaliti, organizzato da MUS.E. Tre piazze fiorentine che accolgono nuovi alberi di natale di tre artisti, vere e proprie opere site specific, costruite sulla base di una forma comune, una struttura geometrica di ben 18 metri di altezza, incoronata da una stella cometa. Dopo l’accensione l’8 dicembre scorso dell’opera di Michelangelo Pistoletto in Piazza della Repubblica, dal 14 dicembre si sono accesi i lavori in Piazza Santa Maria Novella e in Piazza SS. Annunziata affidati rispettivamente a Mimmo Paladino e a Domenico Bianchi. L’albero di Paladino, di fronte al Museo Novecento, sarà caratterizzato da una sequenza di numeri fatti di neon luminosi.
Una tombola per Firenze, titolo voluto da Paladino per questo lavoro, allude alla tradizione di uno dei giochi più popolari attorno al quale si riuniscono famiglie e comunità durante le festività natalizie: la tombola, altrimenti detta Smorfia o Cabala napoletana. Ma i numeri sono associati anche ai giorni in calendario, a quelli della vita.
In Piazza SS. Annunziata, il lavoro di Domenico Bianchi è fatto di segni che si ripetono e che creano un movimento apparente, spaziale e temporale, ponendosi in diretto rapporto con la cosmologia. Sulla sua superficie si disegneranno pieni e vuoti che giocheranno sulle trasparenze, lasciando fuoriuscire la luce dal suo interno.
Marco (I Mark) di Grazia Toderi, Novecento Lunare, Three Artist trees e Lucciole per Lanterne sono i progetti del Museo Novecento nell’ambito di “Moon F-light”, l’edizione 2019 del festival F-light, promosso dal Comune di Firenze e organizzato da MUS.E con la direzione artistica di Sergio Risaliti, quest’anno ispirata al cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna.
Due i progetti del Museo Novecento ospitati in Palazzo Vecchio, entrambi ideati e a cura di Sergio Risaliti e organizzati da MUS.E.
Marco (I Mark) di Grazia Toderi è una nuova produzione pensata per la Sala d’Armi dove sarà visibile fino al 6 gennaio. Ne fanno parte sette proiezioni video, in continuità con le carte geografiche conservate a Palazzo della Signoria. Sette è un numero speciale: mette in relazione l’uomo con l’astronomia e la cosmologia, fa pensare alla Genesi, ai sette continenti, ai sette metalli, ai giorni della settimana. Ci ricorda come nello spazio e sulla terra tutto sia connesso: la vita quotidiana, il destino, le regole cosmiche, le strutture musicali.
In Novecento Lunare, nel Museo di Palazzo Vecchio fino al 15 gennaio, (Sala dei Gigli), la conquista dello spazio e l’allunaggio vengono evocati attraverso una selezione di opere di artisti italiani che, in modo diretto o meno, si ispirano alla Luna e alla sua orbita, alla sua superficie rugosa, alle costellazioni, ai pianeti maggiori e ai fenomeni celesti. Tra queste, un Concetto spaziale del 1961 di Lucio Fontana, La cometa, del 1978, di Fausto Melotti, Riflesso del cielo, del 1989, di Eliseo Mattiacci e Superficie lunare, del 1971, di Giulio Turcato.
All’interno del Museo Novecento, legata al tema di Moon F-light si è già aperta l’esposizione Lucciole per Lanterne di Wang Yuyang, a cura di Lorenzo Bruni. Con tre cicli pittorici e due installazioni luminose, è la prima personale europea dell’artista cinese e un’importante tappa nella sua ricerca artistica legata a una riflessione su come i mezzi di riproduzione tecnica, sia di tipo analogico che digitale, influenzino la percezione della vita quotidiana, della memoria collettiva e del ruolo dell’arte. Spiccano i quadri Moon, copia fedele delle immagini prodotte dalle agenzie spaziali.