Con “La Sonnanbula” nell’Orchestrion di Maria Luisa

La duchessa di Parma amava la musica, Bellini in particolare, fu per questo che fece inserire l’aria tratta dal Rondò finale de “La Sonnanbula” nel suo Orchestrion. Era il 1831 da quel momento in poi il monumentale arredo eseguito da “Christian Seyffert in Wien” autore anche del meccanismo del fortepiano, allo scoccare di ogni ora avrebbe riprodotto la celebre melodia tramite un organo a canne di legno e un fortepiano. E’ un superbo “Orchestrion”, uno dei pochi esemplari esistenti al mondo, una delle tante meraviglie in mostra a Palazzo Pitti per “ Tempo Reale e tempo della Realtà” Gli orologi di Palazzo Pitti dal XVII al XIX secolo curata da Enrico Colle e Simonella Condemi che aprirà al pubblico il 13 settembre.

E’ la prima volta che viene dedicata una mostra alla collezione di orologi conservata a Palazzo Pitti, una delle più prestigiose al mondo  che vanta oltre duecento esemplari, storicamente legati al palazzo o acquisiti in seguito a donazioni museali, di questi ne sono stati selezionati sessanta, segnatempo, strumenti scientifici, orologi solari, orologi personali, un viaggio nelle forme del tempo nelle varie epoche in cui la reggia fiorentina venne abitata dalle dinastie medicea, lorenese e sabauda, ambientato nelle sale dell’Appartamento della Duchessa d’Aosta dove accanto agli esemplari straordinari troviamo i capolavori dell’arte pittorica come “Le tre età dell’uomo” di Giorgione o il Ritratto di Maria Luisa di Parma di Laurent Pécheux in cui è raffigurato un orologio simile a quello in mostra e ancora alcuni abiti dei primo del Novecento che scandiscono le roe della giornata, la vestaglia da camera in ermisino e l’abito di gala in velluto rosso della principessa Anna Maria Borghese. Stamattina la preview per la stampa e gli addetti ai lavori alla quale hanno partecipato Eike D. Schmidt direttore delle Gallerie degli Uffizi, Mauro Linari che ha curato l’allestimento, Enrico Colle direttore del Museo Stibbert e curatore della mostra e Andrea Palmieri che si è occupato dei restauri.

“La mostra nasce da un’idea di Simonella Condemi – ha detto Enrico Colle – con la quale dagli anni ’80 abbiamo condiviso la schedatura, all’inizio del Duemila ha preso corpo un progetto dedicato al tempo e agli orologi e così siamo andati avanti nell’opera di restauro degli orologi di Palazzo Pitti dal 600 fino all’800 con le acquisizioni nel corso del 900. Gli orologi sono importanti non solo per la cassa m anche per la parte meccanica, inoltre il tema è stato ampliato al tempo, favorendo una molteplice lettura – un poderoso catalogo alla mostra edito da Sillabe contiene numerosi saggi di studiosi – oltre alla rarità dei pezzi di cui il grande salone del Fiorino con gli orologi da mensola delle collezioni granducali è una magnifica visione non da meno è la storia stessa dell’oggetto, il tempo dell’oggetto attraverso l’aiuto degli archivi, oggetti in mostra che pulsano di vita”. “Tra tutti gli esemplari esposti ne vorrei segnalare alcuni – ha detto Enrico Palmieri che con i suoi collaboratori si è occupato del restauro e ne conosce a fondo i meccanismi di funzionamento – l’orologio a colonna inglese che presenta una meccanica raffinata per la ricerca della precisione del tempo nell’Inghilterra del ‘700, “La Religieuse” tenuto nella camera dei Granduchi, una delle prime applicazioni delle leggi del pendolo di Galileo, il bruco che se non è possibile farlo funzionare, nel video – la mostra infatti è preceduta da un video di Vincenzo Capalbo di ArtMedia Studio – si può vedere come muove la testa e la coda mentre rotola su un piano, “La Sonnanbula” , al mondo ne esistono uno o due esemplari al massimo con valori inestimabili”, un automa con canne d’organo che riproducono il suono degli uccellini che nella gabbia si muovono”.

Suddivisa in varie sezioni, oltre alla selezione degli orologi più belli di Palazzo Pitti, la mostra  ci conduce alla scoperta del tempo prima dell’orologio, al rapporto tra tempo e musica e tra tempo e moda, fino alle suggestioni novecentesche nel Saloncino delle Statue,  nell’allestimento circolare, scelto dall’architetto Linari, “ Lo spettatore dopo il video di Vincenzo Capalbo – ha detto Linari – sarà proiettato in tondo attraverso la forma circolare che è quella del tempo, e attraverso le stanze che cambiano colore come i momenti della giornata, dall’azzurro chiaro del mattino al lilla del tramonto”. “Siamo felici di preinaugurare questa mostra – ha detto Eike D. Schmidt – centrata su una collezione unica al mondo, quella degli orologi di Palazzo Pitti, da anni oggetto di ricerca, una mostra di come si sia evoluta la misurazione progressiva del tempo e degli stili decorativi in sintesi il concetto del tempo”.

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