Una nuova Sala agli Uffizi per i capolavori giovanili di Leonardo da Vinci

Acconciossi dunque, come è detto, per via di ser Piero, nella sua fanciullezza a l’arte con Andrea del Verrocchio, il quale, facendo una tavola dove San Giovanni battezzava Cristo, Lionardo lavorò un Angelo, che teneva alcune vesti; e benchè fosse giovanetto, lo condusse in tal maniera che molto meglio de le figure d’Andrea stava l’Angelo di Lionardo. Il che fu cagione ch’Andrea mai più non volle toccar colori, sdegnatosi che un fanciullo nel sapesse più di lui.” E’ il celebre episodio narrato da Giorgio Vasari nelle sue Vite che racconta l’abilità del giovane Leonardo nel dipingere un angelo nel quadro di Andrea del Verrocchio che raffigura il Battesimo di Cristo al punto di costringere il maestro ad abbandonare la pittura .

Da ieri  il celebre dipinto eseguito per la Chiesa di San Salvi tra il 1475 -78 si è ricongiunto con altri due capolavori giovanili di Leonardo da Vinci , l’Annunciazione e l’Adorazione dei Magi andando a formare la nuova Sala di Leonardo alla Galleria degli Uffizi, la Sala 35 nell’ala di Ponente, massimo esempio dell’arte a Firenze tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Incastonata tra la Sala dedicata a Michelangelo e Raffaello, inaugurata appena un mese fa e la sala che ospita le opere del Caravaggio e del Seicento inaugurata nel mese di febbraio, secondo un ritrovato principio narrativo cronologico, la nuova Sala di Leonardo ha un colore grigio pallido che richiama gli interni di una chiesa, i tre dipinti furono infatti eseguiti per edifici di culto, una tonalità soave che conferisce un grande risalto ai capolavori di Leonardo, custoditi, come fatto negli ultimi allestimenti, in teche all’avanguardia dal punto di vista conservativo, in grado di mantenere una situazione di microclima ottimale e chiuse da vetri speciali che annullano gli effetti della rifrazione della luce.

Di fronte al Battesimo di Cristo è stata collocata l’Annunciazione, il dipinto a olio proveniente dalla Chiesa di San Bartolomeo a Monteoliveto datato tra il 1472 e il 1475, in cui l’annuncio dell’Angelo a Maria viene ambientato nel giardino di un elegante palazzo rinascimentale con l’angelo, creatura concreta che proietta la sua ombra sul prato con le ali realistiche frutto dei suoi studi sugli uccelli, mentre sullo sfondo un paesaggio di mare e montagne in cui la simbologia mariana si traduce in una prova tra le più alte dell’artista. Al centro della sala e ad accogliere subito il visitatore è l’incompiuta Adorazione dei Magi, a causa della partenza per Milano di Leonardo nel 1482 e commissionata dagli agostiniani per la Chiesa di San Donato a Scopeto. Realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure e finanziato dagli Amici degli Uffizi, così come il riallestimento della sala insieme ai Friends of Uffizi, il suo restauro è durato cinque anni ed è destinato a rimanere una pietra miliare nella storia del restauro per le innovazioni metodologiche adottate e gli straordinari risultati ottenuti che ha restituito una grande pagina di appunti di Leonardo che ci permette di partecipare al suo processo creativo.

Lunedì mattina alla Galleria degli Uffizi la cerimonia di inaugurazione alla presenza del Direttore Eike Schmidt, di Maria Vittoria Rimbotti Colonna presidente delle associazioni Amici degli Uffizi e Friends of the Uffizi, di Cecilia Frosinini dell’Opificio delle Pietre Dure e di Lisa Marie Browne dei Friends of the Uffizi. “Per la prima volta le tre opere sono riunite dopo il restauro dell’Adorazione dei Magi – ha detto il direttore Eike Schmidt in occasione dell’inaugurazione – e anche se le opere sono del periodo giovanile, le invenzioni di Leonardo erano importanti per gli artisti dell’epoca. Nell’adorazione dei Magi troviamo delle innovazioni che anticiperanno le opere degli anni successivi. Sabato sera abbiamo inaugurato la mostra dedicata alla Pala Doria rientrata dal Giappone – in sala si trovano infatti il sindaco di Poppi e il direttore del museo giapponese – testimonianza più antica della Battaglia di Anghiari e abbiamo iniziato così, con un po’ di anticipo le celebrazioni leonardesche che dal primo gennaio prossimo ci saranno in tutto il mondo. Per le nuove sale – ha precisato il direttore della Galleria degli Uffizi – abbiamo messo in atto il massimo per garantire la tutela delle opere, il progetto delle teche portato avanti dall’architetto degli Uffizi Antonio Godoli mette al centro dell’attenzione dei visitatori, l’opera d’arte, uno stile fiorentino così come insegnato dal Brunelleschi. Un progetto che non sarebbe stato possibile senza la generosità degli Amici degli Uffizi.

” Siamo molto fieri – ha sottolineato Maria Vittoria Rimbotti Colonna – è difficile per dei mecenati come noi avere un momento straordinario come questo , una gioia straordinaria, non abbiamo grandi donatori ma è stato fatto con i soldi di tutti e tanto entusiasmo, un fil rouge che si è sviluppato nel tempo con il Museo, una cooperazione importante. Questa nuova sala segna il culmine nella storia della nostra associazione. Per gli Amici degli Uffizi aver potuto

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