“Sono i profughi gli eroi dei nostri tempi” Ai Weiei a Palazzo Strozzi, prima retrospettiva italiana

La creatività è il potere di rifiutare il passato, cambiare lo status quo e cercare nuovo potenziale. In poche parole, oltre all’utilizzo della propria immaginazione, la creatività è forse soprattutto il potere di agire”. Non poteva che chiamarsi “Libero” la retrospettiva di Ai Weiwei, la prima in Italia, che si è aperta  al pubblico lo scorso venerdì 23 settembre a Palazzo Strozzi ma che abbraccia l’intera citta di Firenze con interventi al Mercato Centrale e agli Uffizi, inaugurando un nuovo corso che guarda alla grande arte  contemporanea  e che tra qualche giorno vedrà anche l’apertura del nuovo Centro Pecci a Prato.

Simbolo della lotta per i diritti umani, “Ambassador of Conscience” è il titolo che gli è stato conferito da Amnesty International, riconoscimento che fu ritirato a suo nome dal piccolo Ai Lao il 21 maggio del 2015, da circa un anno Ai Weiwei è “libero”. Il 22 luglio del 2015 gli è stato restituito il passaporto e a dicembre il suo incontro a Firenze con Arturo Galansino direttore generale della Fondazione  di Palazzo Strozzi e curatore della mostra per portare a Firenze l’artista più influente dei nostri tempi e “invadere” l’intero palazzo con un progetto site specific che lo abbraccia interamente.

Dalla facciata con “Reframe”, i ventidue gommoni che rappresentano l’impegno dell’artista sul fronte dei migranti e dei rifugiati, al cortile con “Refraction” , un’ala simbolo di libertà ma ancorata a terra perché troppo pesante, costruita com’è con dei pannelli solari usati in Tibet per cucinare, metafora della privazione della libertà, alle sale del piano nobile che offrono un’ampia panoramica del suo lavoro artistico, di trenta anni di attività, tra pezzi storici e allestimenti site specific come “Forever” il labirinto di 950 biciclette di marca Forever la più popolare nella Cina degli anni Quaranta  che rimanda ai ready made di Duchamp, che guarda al problema dei trasporti in Cina ma al contempo è sinonimo di libertà, alla Snake Bag, la borsa serpente formata da 360 zaini di scuola, in ricordo degli oggetti appartenuti alle migliaia di studenti morti sotto le macerie del terremoto del 12 maggio del 2008 nel Sichuan che provocò in tutto settantamila vittime.

Quando nel 1993 rientra in Cina Ai Weiwei inizia a collezionare oggetti di antiquariato tra cui mobili e parti dei templi delle dinastie Ming abbattuti per essere sostituiti da nuove costruzioni, i suoi lavori in legno reinterpretano la tradizione cinese come “Map of China”, una scultura puzzle che simboleggia la diversità etnica e culturale del paese mentre “Renaissance” è la sala dedicata al Rinascimento italiano, accanto ai poliedri Divina Proportio e Untitled – Wooden Ball i ritratti in LEGO di Dante, Filippo Strozzi, Girolamo Savonarola e Galileo, sono ritratti di figure contro, che sono state private della libertà e che proseguono la celebre serie dedicata ai dissidenti politici.

Study of Perspective”  sono una serie di fotografie, quaranta in tutto, iniziate nel 1995 all’epoca della rivoluzione di Piazza Tienanmen in cui l’artista  ritrae il proprio braccio sinistro con il dito medio alzato davanti a monumenti o immagini simbolo del potere, anche culturale, una nuova immagine di questa serie ha per oggetto anche Palazzo Strozzi. Affollatissima, con grande partecipazione della stampa italiana e straniera la conferenza stampa di presentazione della retrospettiva che si è svolta alla presenza di Arturo Galansino, l’assessore regionale e vicepresidente regionale Monica Barni, il sindaco di Firenze Dario Nardella, Leonardo Bassilichi presidente della Camera di Commercio, Carlo Ceccarelli segretario di PPS, Guido De Vecchi della Banca Cassa Risparmio di Firenze, e Cristina Acidini Presidente del Consiglio di Indirizzo di Palazzo Strozzi che ha sottolineato come la produzione dell’artista “rientri nell’ambito della creazione tipica del concettuale che non ha a che fare con i tradizionali codici legati alla bellezza e che scopo dell’arte è quello di immettere nel mondo un’idea visiva che prima non c’era, come Duchamp attraverso i ready made”.

Atteso con grande entusiasmo dalla stampa, Ai Weiwei ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste e in merito all’installazione collocata sulla facciata del palazzo e delle critiche che in questi giorni sono circolate ha detto “ L’artista con il suo operato riflette il suo mondo, io e mio padre siamo stati profughi nel deserto, ho fatto questa installazione per vari motivi. Firenze è la città del Rinascimento, ho voluto creare una dichiarazione ufficiale, uno statement, per una città più moderna, che abbia l’imprinting di arte contemporanea, del resto anche Leonardo Da Vinci era considerato un pioniere. Non mi aspettavo le critiche, se ci sono un fatto positivo, sensibilizzano l’opinione pubblica e stimolano la discussione intellettuale”.

Riguardo al suo interesse per il social media e se possono rappresentare un pericolo ha risposto dicendo “ I social media ci liberano dal passato, sono un’espressione della democrazia, possono essere usati da tutti, non ci sono confini, possiamo interagire, condividere, indipendentemente dalle fasce sociali, è l’uomo nella sua umanità ed è un modo per allontanarci dal passato. I social media sono un modo di esprimersi e permettono di fare della comunicazione qualcosa di attivo”.

In merito ai conflitti e alla situazione attuale della politica internazionale si è espresso dicendo “ La situazione politica nel mondo è confusa ma bisogna cambiare, ci sono molti conflitti anche nei nostri cuori ma dobbiamo difendere i nostri valori” e infine a chi gli a chiesto cosa deve pensare chi passa davanti a Palazzo Strozzi ha così risposto “ Nella mia esperienza ho conosciuto molti profughi, In Siria, Turchia, migliaia di persone, ho filmato questi esodi con la mia troupe, fatto centinaia di interviste e quello che sento per loro è un profondo rispetto, sono gli eroi dei nostri tempi, coloro che mettono a repentaglio la propria vita per la libertà, questi flussi non si fermano e quello che dice Trump è riduttivo, l’umanità è un valore assoluto che dobbiamo difendere”.

La mostra che resterà aperta fino al 22 gennaio e che avrà un unico biglietto a 14 euro comprensivo dell’entrata al Centro Pecci è corredata da un catalogo con testi di Arturo Galansino, Ludovica Sebregondi, Karen Smith, Hans Ulrich Obrist, Tim Marlow.

 

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