Si fece carne. L’arte contemporanea e il sacro in mostra alla Basilica di San Lorenzo

Dal 9 ottobre l’enigmatica e monumentale presenza dei “Testimoni” di Mimmo Paladino, otto sculture in tufo dell’altezza di due metri, si impongono sul sagrato della Basilica di San Lorenzo, ieratiche e misteriose, evocanti dimensioni ancestrali ma anche trascendenti la natura umana. E’ il primo segno visibile a tutti della mostra “Si fece carne. L’arte contemporanea e il sacro” che si è aperta ieri nel Salone Donatello della Basilica di San Lorenzo, promossa da Arcidiocesi di Firenze, Parrocchia di San Lorenzo, Opera Medicea Laurenziana e Community of Jesus e curata da Federica Chezzi e Timothy Verdon, in occasione del V Convegno Ecclesiale che Firenze ospiterà dal 9 al 13  novembre. Un appuntamento che convoglierà nella nostra città duemilacinquecento delegati delle chiese locali che si confronteranno sulla ricerca di un nuovo umanesimo sul fondamento dell’incontro con  la persona di Gesù Cristo.

Una mostra che più che fare il punto su un progetto, testimonia cammini in atto, ancora da definire. “ Soprattutto vuole incoraggiare, che tali cammini sono possibili – come afferma il Cardinale Giuseppe Betori – che un dialogo tra fede e arte continua e produce frutti significativi anche ai nostri giorni. Perché la fede non può cessare di dirsi in termini di bellezza e l’arte non può smettere di mostrare i segni di una tensione verso l’oltre, di una presenza divina nella storia umana”.

La mostra prende il via da un’opera sorprendente, un Ex voto realizzato da Yves Klein nel 1961 e ancora oggi conservato nel monastero di clausura di Santa Rita da Cascia, restaurato per l’occasione e in tempi record. Un atto di sincera devozione verso una delle sante più popolari al mondo suggellata anche nelle parole di ringraziamento dell’artista “Santa Rita da Cascia, Santa dei casi impossibili e disperati, grazie di tutto l’aiuto così grande, decisivo e meraviglioso che mi hai dato finora. Infinitamente grazie. Anche se non ne sono personalmente degno, aiutami ancora e sempre nella mia arte e proteggi tutto ciò che ho creato affinchè, nonostante me, sia tutto sempre si Grande Bellezza”.

La mostra prosegue poi attraverso tre sezioni, dai nomi del panorama italiano e internazionale, le immagini di Nan Goldin, la via crucis dell’artista albanese Adrian Paci, le cattedrali post moderne di Fabrice Fouillet, il video che indaga il mistero della salvezza di  Raul Gabriel fino al libro – opera di Luciano Caruso e Franco Visco. La seconda sezione è dedicata agli artisti toscani che da tempo amano confrontarsi con il sacro, ed ecco un bozzetto di Giuliano Vangi, l’imponente croce gemmata di Filippo Rossi, Agnus Dei di Enrico Savelli e l’originale Faldistorio di Massimo Lippi, Chiara Pasquetti, nella stessa sezione le opere delle artiste della Community of Jesus presente a Barga, Anna Mitchell, Susan Kanaga e Gabriele Wilpers.

Infine la terza sezione è dedicata a una selezione delle opere usate nel 2005  per la  realizzazione del Nuovo Lezionario CEI, sotto la presidenza dell’allora segretario CEI, oggi Cardinale Giuseppe Betori, che ha visto la partecipazione dei più importanti artisti contemporanei, da Mimmo Paladino a Giulio Paolini, Ettore Spalletti, Giuseppe Uncini, Claudio Parmeggiani, di quest’ultimo l’opera “Il Risorto”, come si legge nella lettera ai Corinzi “La morte è stata inghiottita nella vittoria,/Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte il tuo pungiglione?.” (1Cor 15,51 -57)

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