“Artemisia Gentileschi la forza dal dolore” stasera in scena al Teatro Puccini per il Festival dei Diritti

Stasera alle ore 21.00 nell’ambito del Festival dei Diritti, Comune di Firenze, Teatro Puccini Associazione Culturale e Menarini Group presentano lo spettacolo della Compagnia Attori e Convenuti ” Artemisia Gentileschi la forza dal dolore” da un’idea drammaturgica, selezione e montaggio di testi di Gaetano Pacchi e la partecipazione di Pamela Villoresi – Artemisia Gentileschi, Alessandro Cambi – Orazio Gentileschi, Grazia Doni – Tuzia, Gaetano Pacchi – Agostino Tassi. 

Lo spettacolo è andato in scena, in occasione della celebrazione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, a Roma nella Sala del Tempio di Adriano, il 24 novembre 2014, a Firenze, al Teatro La Pergola, il 16 novembre 2016, a Trento, al Teatro Sociale, il 30 novembre 2017.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili

INFORMAZIONI: 055.362067 – 055.210804

Artemisia Gentileschi. La Forza dal dolore”, nata da un’idea di Gaetano Pacchi, consiste in una rievocazione drammaturgica della figura di Artemisia Gentileschi – pittrice del ‘600 – che subì uno stupro per il quale fu celebrato un processo conclusosi con la condanna dell’autore, il pittore Agostino Tassi, amico e collega del padre di Artemisia, Orazio Gentileschi. Il testo, montato da Gaetano Pacchi attingendo dagli atti della causa e da brani di alcune versioni romanzesche della sua vita, vede al centro Artemisia, la quale si confronta con tre figure, che ebbero un ruolo importante sia nella vicenda processuale, sia nella sua esistenza, in generale: con il padre Orazio che, in quella circostanza, tenne un comportamento ambiguo, con Tuzia, donna sulla cui parte nella storia sussistono molti dubbi (ci si è, infatti, chiesti se, abitando nello stesso palazzo in cui dimoravano Orazio e Artemisia, essa sia stata complice di Agostino, avendo favorito – secondo la versione fornita dall’imputato – gli incontri di quest’ultimo con la ragazza, oppure – come la stessa Tuzia dichiarò al Tribunale – “vittima” del violentatore, che ne avrebbe carpito la buona fede per introdursi in casa della ragazza o, infine, “succube” della imperiosa volontà di Artemisia che le avrebbe dichiarato il suo amore per Agostino) e con Agostino Tassi, il suo “carnefice”, il quale si difese, negando di aver compiuto alcuna violenza.

Durante questa lettura “a quattro voci” immagini di cui Artemisia non è l’autrice, ma, comunque, la protagonista, si susseguono in dissolvenza a dipinti in cui Artemisia ha trasfuso il vissuto della violenza subìta. All’inizio, Artemisia – oramai in età matura – si trova, avvolta dalla penombra, nel “Casino delle Muse” di Palazzo Pallavicini a Roma, le cui volte sono decorate con l’affresco “Concerto musicale con Apollo e le Muse”, creato da Orazio Gentileschi e Agostino Tassi. In tale opera – essendovi Artemisia ritratta per mano del padre – sono idealmente riuniti i tre protagonisti di questa vicenda e costituisce il contesto in cui maturò lo stupro. Infatti, Agostino Tassi, condividendo con Orazio il compito di eseguire tale dipinto, ebbe la possibilità di venire a più stretto contatto con Artemisia e, dunque, di consumare l’abuso. Poi, le quattro figure vanno ad incastonarsi in uno sfondo composto di immagini che, di volta in volta, pongono in risalto le espressioni dei personaggi rappresentati: da “Susanna e i vecchioni” si passa in sequenza a particolari tratti dai quadri, realizzati in anni diversi, nei quali domina il personaggio di Giuditta e quello della sua ancella nell’atto di tagliare la testa di Oloferne. Invero, da più parti, è stato ritenuto che in queste ultime tele Artemisia abbia inteso rappresentare in modo catartico la vendetta e la punizione inflitta dalla donna sull’uomo che le ha inferto la violenza.

Teatro Puccini

Via delle Cascine 41

50144 Firenze

Tel. 055.362067

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