Torna a splendere l’Annunciazione di Filippo Lippi capolavoro del Rinascimento fiorentino

Insieme alla “Deposizione dalla Croce”, la celebre Pala del Beato Angelico oggi  conservata al Museo di S. Marco è considerato uno dei capolavori del Rinascimento fiorentino e con il suo impianto calibrato rappresenta quasi un manifesto della prospettiva albertiana. Parliamo dell’ “Annunciazione” di Filippo Lippi, dipinto a tempera su tavola con la predella che narra tre storie di San Nicola datata 1439/40 che dopo un importante restauro a cura di Lucia Biondi e Roberto Buda sotto la direzione tecnico scientifica di Monica Bietti e  reso possibile grazie al contributo della Fondazione Friends of Florence è tornata a risplendere nella Cappella degli Operai nella Basilica di San Lorenzo a Firenze.

Si tratta infatti del primo esempio di prospettiva centrale con un unico punto di fuga ottenuto su una tavola dal rigoroso schema geometrico quadrangolare che risponde alle indicazioni dettate dal Brunelleschi  in grado quindi di armonizzarsi con l’architettura della chiesa e libera da cuspidi e pinnacoli dal sapore gotico.

La tavola infatti entra perfettamente nella cornice che sarebbe quella originale,  secondo gli studi di Christa Gardner von Teuffel si tratterebbe infatti dell’unico dipinto quattrocentesco ancora presente nella Basilica di San Lorenzo con la cornice coeva. Mentre però la predella è stata eseguita su un unico asse e le tre scene sono separate da un elemento verticale, la tavola è dipinta su due scomparti divisi al centro, un interrogativo ancora oggetto di indagine insieme ad altri importanti approfondimenti che sono oggetto di studio e che saranno la base per un convegno ad hoc in programma per il prossimo anno.

Le fonti storiche ne parlano come presente nella Cappella degli Operari, poi Cappella de’ Martelli in particolare nel 1757 il Richa scriveva “ …la credo fabbricata dai Taddei, Aldobrandini e Martelli, che in quei tempi della innovazione della Chiesa erano gli Operai,e  la mia congettura di così credere sono le tre Armi di queste Famiglie in alto nel mezzo della Volta, siccome nel sotterraneo corrispondente alla medesima sonovi i Sepolcri di detti Operai: a questa pure Cappella v’è un Crocifisso antico di rilievo, e sotto una bella tavola della Nunziata di Fra Filippo Lippi” e tanti altri prima ancora ne avevano fatto cenno tra cui l’Albertini e il Vasari.

Non sono stati però ancora ritrovati i documenti che si riferiscono alla commissione della tavola che comunque non sarebbe stata fatta direttamente da Niccolò Martelli che morì nel 1425 ma semmai ad opera dei figli che avrebbero dato corso al volere espresso dal padre secondo quando affermato da Iodoco del Badia nel 1868 quando si occupò del riordino dell’archivio Martelli. Niccolò ebbe due mogli e 14 figli di cui 12 maschi, tra questi Ugolino, Antonio, Domenico, Bartolomeo, Roberto, tutti legati ai Medici e alla politica e in teoria tutti avrebbero potuto portare avanti il lavoro per la decorazione della cappella, le ricerche in atto potranno fornire nuove conoscenze in merito.

In quanto al soggetto, l’Annunciazione, un tema ricorrente nella pittura fiorentina del Quattrocento ma che qui rivela delle particolarità in quanto nella parte sinistra compaiono altri due angeli Sant’Ilario Origene e San Gregorio Nazianzeno  che secondo i testi patristici sarebbero testimoni dell’Incarnazione, le Vergine poi, raffigurata  nella parte destra, è in piedi colta di sorpresa e in primo piano si trova una brocca d’acqua che secondo il racconto del Protovangelo la Vergine aveva appena riempito.

Il restauro della predella e l’analisi comparativa dei materiali, legno, preparazione, strati pittorici ha confermato il legame con la tavola, eseguita nella bottega del Lippi, mentre l’autografia viene ancora discussa tra il Maestro di Pratovecchio ( Rowley, 2011) e Fra Carnevale ( De Marchi 2004). Il nuovo restauro, iniziato nel novembre del 2014 e concluso nel maggio di quest’anno permette di apprezzare al meglio l’impeccabile pittura di Filippo Lippi, maestro nell’uso della tempera d’uovo , tecnica con la quale era in grado di ottenere effetti di trasparenza e di intensità cromatica sublimi, oggi così evidenti e  da tutti godibili.

 

 

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