È la storia del grande e antico complesso camaldolese di via degli Alfani e delle sue trasformazioni nei secoli, ora ricostruita in modo sistematico e con approccio interdisciplinare nel volume promosso dall’Ateneo fiorentino, dal titolo “Santa Maria degli Angeli a Firenze. Da monastero camaldolese a biblioteca umanistica” (Nardini Editore, 2022), a cura di Cristina De Benedictis, Carla Milloschi e Guido Tigler.
La presentazione del libro avverrà in un incontro all’Università venerdì 17 marzo (ore 16 – Aula magna del Rettorato, piazza San Marco, 4) a cui parteciperanno, dopo i saluti della rettrice Alessandra Petrucci, Fulvio Cervini (docente Unifi di Storia dell’arte medievale), Paolo Liverani (direttore del dipartimento di Storia, archeologia, geografia, arte e spettacolo dell’Ateneo) e Angelo Tartuferi (storico dell’arte e direttore del Museo di San Marco).
Il monastero fu centro di spiritualità e vivaio di studi umanistici, oltre che polo di straordinaria committenza artistica (vi operarono, tra gli altri, Lorenzo Monaco, Beato Angelico, Andrea del Castagno).
Dopo l’allontanamento dei Camaldolesi, tutto il complesso monastico fu consegnato all’Arcispedale di Santa Maria Nuova e sottoposto nel tempo a riusi e trasformazioni che interessarono anche l’edificio più celebre, la Rotonda, incompiuto capolavoro di Filippo Brunelleschi. L’ex-monastero è stato usato anche come sede delle facoltà di Lettere e di Architettura.
Il volume si inserisce come supporto conoscitivo e documentario nel Progetto Brunelleschi, piano di lavoro dell’Ateneo fiorentino per la riqualificazione funzionale del complesso e per l’ampliamento della Biblioteca Umanistica.
Nella foto allegata: panoramica del complesso di Santa Maria degli Angeli in piazza Brunelleschi