“Fra Bartolomeo 1517” un convegno si studi a Firenze a 500 anni dalla morte

Insegnò i termini buoni della prospettiva a Fra’ Bartolomeo; perché essendo Raffaello volenteroso di colorire nella maniera del frate e piacendogli il maneggiare i colori e lo unir suo, con lui di continuo si stava”, così il Vasari racconta dell’amicizia tra il giovane Raffaello Sanzio che giunto a Firenze nel 1504 e con l’idea di studiare le novità dell’arte, in particolare di Leonardo e Michelangelo, strinse amicizia con alcuni artisti tra cui Fra Bartolomeo che nel convento di San Marco aveva aperto una bottega d’arte. Ed è proprio in occasione dei cinquecento anni dalla morte, avvenuta a Firenze il 31 ottobre del 1571 che nei prossimi giorni, dal 26 al 28 ottobre,  Firenze sarà sede del un convegno internazionale di studi dedicato alla figura di questo artista “ Fra Bartolomeo 1517” .

Organizzato dal Museo di San Marco, dalla Provincia Romana di Santa Caterina da Siena , dall’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte e da The Medici Archive Project il convegno sarà inaugurato il 26 ottobre alle ore 17.00 all’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte in Viale Torricelli, 5. Dopo i saluti delle autorità lo studioso Chris Fisher terrà una Lectio Magistralis dal titolo  “Le lezioni di Fra Bartolomeo” mentre i giorni seguenti a partire dalle 9,30 con la prima relazione tenuta dalla D.ssa Marilena Tamassia Direttrice del Museo di San Marco dal titolo “ Il convento di San Marco al tempo di Fra Bartolomeo” si svolgeranno le altre sessioni del convegno nello scenario rinascimentale della Biblioteca di Michelozzo del Museo di San Marco. Verrà presa in esame la produzione del grande pittore domenicano e dei protagonisti della sua bottega nel convento di San Marco con nuove proposte attributive  e con la riconsiderazione del vivace ambiente artistico dominato da Fra Bartolomeo, inquadrata nella situazione storica, politica e spirituale del convento di San Marco nei primi due decenni del Cinquecento.

Nato nel marzo del 1472 a circa undici anni entrò a far parte della bottega di Cosimo Rosselli, che lasciò intorno al 1490. La sua prima opera datata è l’Annunciazione del Duomo di Volterra in cui si ritrovano gli influssi del Ghirlandaio e di Leonardo da Vinci, l’opera risale al 1495, periodo in cui Girolamo Savonarola era priore in San Marco, Fra Bartolomeo fu molto influenzato dalla predicazione del frate ferrarese al punto di distruggere molte sue opere ed è suo il ritratto del Savonarola che si trova conservato al Museo di San Marco. Lui stesso era presente in convento quando l’8 aprile del 1498 gli avversari di Savonarola fecero irruzione e secondo quanto riportato dal Vasari l’artista fece voto di prendere l’abito domenicano se “campava da quella furia”.

E così avvenne, il 26 luglio del  1500 prese i voti nel convento domenicano di Prato e nel dicembre del 1501 fece ritorno a San Marco dove dopo quattro anni aprì un piccolo atelier i cui guadagni andavano nelle casse del convento e che tenne fino al 1517, anno della sua morte. Il suo programma che ribadiva la finalità religiosa della pittura svilupperà un’arte più libera sia nel colorito, che nello spazio e nel disegno,  di grande stimolo anche per il giovane Raffaello e che avrà tra i maggiori seguaci Fra Paolino, suor Plautilla Nelli e suor Eufrasia Burlamacchi. Il Museo di San Marco conserva l’affresco del “Giudizio Universale” ordinato per una cappella in Santa Maria Nuova nel 1499 e rimasto incompiuto, altri affreschi raffiguranti una Madonna col Bambino, Ecce Homo e Santa Maria Maddalena, oltre alla Pala della Signoria commissionata nel 1510 da Pier Soderini per la Nuova Sala del Consiglio in Palazzo Vecchio, anche questa rimasta incompiuta, oltre al ritratto di Girolamo Savonarola e sempre di Girolamo Savonarola ritratto come san Pietro martire.

 

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