TRA I SENTIERI DESERTI DEL PARCO NATURA VIVA NON SI FERMA IL LAVORO PER GLI ANIMALI: “SOSTENETECI”
Bussolengo, 17 marzo – Mascherine, guanti, distanze di sicurezza, lavoro nei reparti degli animali uno alla volta così come le pause, se possibile da trascorrere all’aperto: queste e altre sono le misure di precauzione prese per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori del Parco Natura Viva di Bussolengo, che non si ferma nemmeno quando tutta Italia è ormai piombata nello stop della maggior parte delle attività lavorative. Ma dalle sponde del Lago di Garda giunge l’appello accorato di una struttura che in questa bassa stagione, arrivava ad accogliere anche duemila persone in una sola giornata e che oggi, ascolta nient’altro che il passaggio indaffarato delle macchinine elettriche da un reparto all’altro, cariche di frutta, verdura, pasti e arricchimenti per gli animali con a bordo rigorosamente un solo uomo. Le ricadute economiche dell’assenza dei visitatori segnano un cinquantunesimo anno di attività enormemente critico per il Parco Natura Viva che per questo, ha lanciato una raccolta fondi per sostenere tutte le specie che qui vivono.
“Gestiamo una struttura con 1200 animali – spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico – che sfiora costi costanti per 14mila euro al giorno, anche se i nostri cancelli rimangono chiusi. Tra questi sentieri deserti, continuiamo ad assicurare le esigenze quotidiane e il benessere degli animali che qui vivono, grazie al lavoro di keeper, veterinari ed etologi che proseguono nei turni, garantendo la sopravvivenza degli esemplari ospitati. Stiamo vivendo una situazione di massima criticità poiché ci troviamo privi della nostra unica forza: i nostri abbonati, i nostri visitatori e il pubblico che ci segue”. Oltre alla sopravvivenza degli animali infatti, ci sono in ballo i 25 progetti di conservazione delle specie minacciate e i 6 progetti di reintroduzione in natura degli esemplari nati al Parco, oltre che la certezza di poter continuare a realizzare studi scientifici e progetti a lungo termine. “Tramite la nostra Fondazione Arca – continua Avesani Zaborra – chiediamo a tutti di aiutarci perché mai avremmo immaginato di uscire dalla pausa invernale e dover fare i conti con un esordio così difficile del nostro secondo mezzo secolo”. Un appello che già è stato raccolto da molte persone e che ha bisogno dell’aiuto di tutti.