Uffizi, da oggi riapre al pubblico la Galleria, sotto il segno della “Niobe”

Le massime autorità civili e religiose per la città di Firenze erano riunite stamattina nella Sala della Niobe per la cerimonia ufficiale della riapertura della Galleria degli Uffizi che dal pomeriggio è stata riaperta al pubblico dopo 85 giorni di chiusura. Insieme al “padrone di casa”, il direttore Eike Schmidt erano presenti il prefetto di Firenze la D.ssa Laura Lega, il sindaco Dario Nardella, il Cardinale e arcivescovo Giuseppe Betori che ha impartito la benedizione, il rabbino capo Gad Fernando Piperno, l’imam Izzedin Elzir e il presidente del Consiglio della Regione Toscana Eugenio Giani.

Una giornata storica per il museo più importante in Italia. In passato gli Uffizi, galleria aperta al pubblico da 250 anni grazie a Pietro Leopoldo è stata costretta a chiudere i battenti durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1966 a causa dell’alluvione e nel 1993 per la strage mafiosa di Via dei Georgofili e la sua rinascita è sotto il segno della scultura, in particolare del gruppo scultoreo della Niobe, qui più volte venne Michelangelo per ispirarsi alla realizzazione della scultura dello Schiavo morente, oggi al Louvre e per l’immagine della Vergine che avrebbe dipinto nel Giudizio Universale della Cappella Sistina.

La rinascita inizia con la scultura – ha sottolineato il direttore Schmidt – l’apertura del museo, il più importante in Italia, ha un valore simbolico, sperimentiamo una nuova forma di visita, una nuova fruizione, una nuova maniera di vedere l’opera d’arte e la possibilità di studiarla con più profondità e tranquillità”.

Quella di oggi è una data straordinaria – ha detto la D.ssa Laura Lega – che segna la ripresa della comunità civile. La cultura, l’arte sono il nostro petrolio e le misure permetteranno un modo più attento e meno consumistico per fruire dei beni artistici. E’ un giorno importante, l’inizio di una nuova era per una ripresa duratura, per garantire sostegno alle nostre famiglie ed evitare tensioni sociali al nostro Paese di cui non abbiamo bisogno”.

“Nel 1966 alla riapertura degli Uffizi il Cardinale Piovanelli benedisse gli Uffizi, un gesto che oggi si ripete, una benedizione che accompagna tutte le religioni monoteiste – ha sottolineato il Cardinale Arcivescovo Giuseppe Betori – Da soli non bastiamo e ce ne siamo accorti, gli altri sono stati la nostra ancora di salvezza, sento con me le altre realtà di fede che abitano la nostra città, confortati dalla presenza dall’alto e dell’altro, il non bastare a se stessi, questo è il grande gesto.”

Armonia e consapevolezza tra tutti gli attori della città – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella – si può riuscire solo tutti insieme e questa è la dimostrazione di questa sintonia . Non è una semplice riapertura, una vera rifondazione, una rinascita se siamo convinti che nulla potrà tornare come prima faremo tesoro di tutti gli aspetti gli aspetti della nostra vita. Firenze c’è, più forte che mai il desiderio di ripartire. 460 anni fa Cosimo de’ Medici riunì qui le sue collezioni e dette l’incarico a Vasari, le pietre di questo luogo vengono dal territorio, gli scalpellini dalla Valle della Mensola, i renaioli usati dal Granduca per prelevare la sabbia, il legname dall’Opera del Duomo, la manifattura dai territori circostanti. Non mi arrendo mai all’idea che ciò che è stato fatto in passato non si possa più fare e quei luoghi sono qui a ricordarcelo.”

La luce primordiale fu messa in uno scrigno e porzioni di essa vengono date al momento giusto – ha sottolineato il rabbino capo Gad Fernando Piperno- voglio pensare che questa luce ha illuminato per uscire. Noi tutti abbiamo bisogno dell’arte e degli artisti che hanno visto una luce diversa, una illuminazione della luce primordiale”.

Sono molto emozionata – ha detto Maria Vittoria Rimbotti presidente degli Amici degli Uffizi – rivivo il 1993, la strage di Via dei Georgofili, il senso di sgomento, il non conoscere il nemico, questo è successo allora e adesso, la città ha reagito. C’era bisogno della nascita dell’associazione che mi fu chiesta dall’allora direttrice Anna Petrioli Tofani. Durante la chiusura si è lavorato intensamente nel museo, teniamo  il museo aperto, base e cultura per i cittadini”.

Il 1993 è stato l’anno in cui per la prima volta si è tenuta la preghiera interreligiosa, dopo l’attentato. – Ha precisato l’imam Izzedin Elzir – Dio ama la bellezza, riaprire gli Uffizi, ridare la vita andando oltre le nostre paure, l’arte, la cultura sono la base della nostra civiltà, la rinascita della nostra città e civiltà”.

Prima della chiusura più di due milioni di persone l’hanno visitata , la galleria d’arte più importante del nostro territorio – ha sottolineato Eugenio Giani Vicepresidente della Regione Toscana –  è nata 460 anni fa quando Cosimo era diventato Granduca di Toscana e 250 anni fa Pietro Leopoldo la volle Galleria d’Arte aperta al pubblico e la Sala della Niobe fu una delle prime iniziative per geocalizzare la galleria. Il miglior viatico per Firenze e la Toscana, un circolo virtuoso che si ripeterà nella storia. L’apertura degli Uffizi accompagnerà il rilancio della città e della regione Toscana

 

 

 

 

 

 

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