L’arte internazionale di OpenArtCode in mostra alla Basilica di San Lorenzo a Firenze

Non è la prima volta che il Salone di Donatello della Basilica di San Lorenzo a Firenze si apre all’arte contemporanea, ricordiamo infatti la mostra di arte sacra “Si fece carne” inaugurata in occasione del Convegno Ecclesiale Nazionale nell’ottobre del 2015. Adesso è la volta di OpenArtCode, il gruppo di artisti provenienti da tutto il mondo che festeggia i suoi primi dieci anni di attività e che  dopo le tappe del Grand Palais di Parigi e del Tokyo Metropolitan Art Museum arriva a Firenze per esporre le loro opere negli spazi dove operarono i più grandi maestri del passato, Brunelleschi, Michelangelo, Donatello, Ammannati, Vasari. L’esposizione curata da Vito Abba, corredata da un catalogo con testi critici del prof.  Giampaolo Trotta, è un viaggio nell’espressione artistica contemporanea di cinquantadue artisti che usano  i linguaggi della pittura, della scultura, della fotografia, dell’arte digitale e delle installazioni. Porte lignee, dilavate dalla storia, sabbiate dal vento, con linee di luce LED dietro a tronchi corrosi ed imbiancati dalla salsedine, è l’installazione multimediale dell’artista americana Sandra Muss, il passare  del tempo e la mutazione di ogni cosa sono evidenti nelle lastre di metallo arrugginito e negli oggetti restituiti dal mare o rinvenuti nei suoi viaggi in luoghi lontani.

Legni corrosi e metalli arrugginiti anche nelle opere di Stefano Sanna,  l’artista incide, sovrappone, raschia e stratifica con un procedimento simile a quello della natura, che deposita sedimenti, cancella e ricrea. Materiali naturali  per l’interior designer Susanne Sjögren, che rivela una delicata sensibilità d’artista nelle forme morbide delle sue sculture fitomorfe d’arredo. Il design è protagonista nelle opere di David Wiener, designer Ferrari, che dedica alla Formula 1, non è  un  caso che tra i suoi collezionisti ci siano Michael Schumacher, Kimi Räikkönen e Jean Todt,  opere su alluminio che sembrano scaturite dall’Optical Art per la costruzione reiterata e seriale dal segno illusionisticamente cinetico, che esplora gli effetti della percezione umana stessa. Con la percezione dialoga sapientemente Sumio Inoue con le infinite sfumature di bianco e nero dei suoi scatti fotografici che imprime su una spessa washi  realizzata a mano da lui stesso, attraverso un delicato e lungo procedimento che ci dona quasi dei bassorilievi.

Le opere esposte in mostra, oltre ad evidenziare la ricca e diversa varietà di stili e tecniche tipica degli artisti OpenArtCode, ci portano in tanti luoghi diversi, come nelle foto di Etienne Pierart che ha documentato la guerra in Siria e Iraq per conto delle Nazioni Unite, ma anche nelle sue foto di viaggio la magnifica pace dell’Antartide, o i volti curiosi di terre lontane, e sono proprio queste le opere che ha scelto di esporre a Firenze. Nelle fotografie di Trond Are Berge le grandi foreste norvegesi che precipitano nel blu delle acque dei fiordi si alternano a fiamme che bruciano su una roccia a picco su un mare al tramonto, o pietre levigate dal gelido vento del nord rimangono magicamente sospese in un cielo limpido. La magia della manipolazione digitale domina invece negli assemblages su alluminio e plexiglass di Jane Sager, in cui emergono segni e metafore, come gli sgargianti coccodrilli voraci che inseguono leggiadre farfalle color della luce. I colori vivi sono presenti anche nei dipinti dalle intense tinte di Miami di William Braemer, conosciuto soprattutto per le sue famose sculture di monete e i busti e torsi ricoperti di materiali vari, quasi reperti acefali ed archeologici del futuro, che provocano con ironia.

La fama accompagna anche Carolina Gynning, attrice e presentatrice televisiva con i suoi ritratti femminili, “finestre dell’anima”, ora dai toni scuri e profondi, ora dalle trasparenze acquose, con colori volutamente non corrispondenti alla realtà. I colori primari si stemperano in una tavolozza variegata, ma sempre cromaticamente decisa, nell’astrazione di Tiril, fortemente carica di pathos, intuita emotivamente attraverso l’ispirazione feconda di un attimo illuminante che conferisce a segni, colori e gesti la potenza di un magico incantamento. All’incanto della danza e del teatro sono connesse le installazioni dell’artista olandese Marianne Jansen. L’installazione che realizza a Firenze è dedicata al ballerino siriano Ahmad Joudeh che ha ballato in una Siria dilaniata dalla guerra, nell’antico anfiteatro romano a Palmira.Questi e altri grandi artisti che da molti anni formano il gruppo OpenArtCode, come David Harry, Sara Palleria, Max Werner, Sinae Lee, Marco Aurelio Rey, Evelyne Huet e Marybel Gallegos, ed altri ancora.

 OpenArtCode Florence
fino all’8 maggio 2018.
Salone di Donatello della Basilica di San Lorenzo, Piazza San Lorenzo, Firenze.
Orari: da lunedì a venerdì 10-17.30 (ultimo ingresso ore 17), domenica 13.30-17.30 (ultimo ingresso ore 17). Ingresso libero.
info@studioabba.com +39 340 577 9080
https://openartcode.com/florence/

 

 

 

 

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