Firenze. Prima personale europea al Museo Novecento di Wang Yuyang con ” Lucciole per lanterne”

E’ dal 2007 che l’artista cinese Wang Yuyang ha iniziato a rappresentare la luna e lo ha fatto utilizzando diversi media, testimoniando così il suo interesse per la scienza e le nuove tecnologie, nel contempo ha avviato una riflessione di come i mezzi di riproduzione tecnica, sia analogico che digitale, siano in grado di influenzare la percezione della vita quotidiana, della memoria collettiva e del ruolo dell’arte. E non è un caso che la prima personale europea al Museo Novecento che si inaugura il 27 settembre si intitola ” Lucciole per lanterne” e si riferisce all’errore di interpretazione in cui si può cadere quando, fidandosi di un’osservazione superficiale, si giudicano i fenomeni del reale.

Ideata in collaborazione con Massimo De Carlo Milano/London/Hong Kong e curata da Lorenzo Bruni l’esposizione al piano terra dell’ex Convento delle Leopoldine  vede le opere di  Wang Yuyang , tre cicli pittorici e due installazioni luminose , in aperto dialogo con una Natura morta (1923-24) di Giorgio Morandi proveniente dalla collezione Alberto Della Ragione scelta dall’artista per  Duel,  ideato dal direttore artistico del Museo Sergio Risaliti.

L’opera di Morandi è stata individuata da Wang per le analogie con la propria ricerca sull’illusione dell’oggettività e sull’equilibrio tra immagine astratta e figurativa, oltre che per ricordare gli anni della sua formazione, quando il giovane artista studiava e riproduceva le opere del maestro bolognese nelle aule della Central Academy of Fine Arts di Beijing in Cina, dove adesso è professore di arte sperimentale.

Con il ciclo espositivo Duel il Museo Novecento intende combinare la valorizzazione della collezione con l’aggiornamento sulle avanguardie mondialispiega Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento -. Le mostre che abbiamo ospitato hanno rappresentato occasioni uniche di riscrittura dei nostri paradigmi di interpretazione tanto delle opere quanto degli artisti presenti nel museo. L’esposizione di Wang Yuyang rappresenta quindi un evento di assoluto valore scientifico e di apertura alla ricerca internazionale. Dopo aver ospitato gli artisti Ulla von Brandenburg e Jose Dávila, rispettivamente dall’Europa e dal Centro America, il museo volge il suo sguardo all’Asia presentando la prima personale in Europa di Yuyang, protagonista dell’arte contemporanea cinese. Il fatto che Yuyang abbia deciso di dialogare con Morandi, sottolinea ancora una volta la centralità dell’artista bolognese nell’evoluzione dei linguaggi dell’arte. Assieme al curatore Lorenzo Bruni e all’artista abbiamo scelto di incentrare la mostra sul tema della luce e di rendere omaggio al cinquantesimo anniversario della prima camminata sulla Luna presentando una tela di dimensioni monumentali che occuperà una parete della cappella rinascimentale”.

“La mostra scrive il curatore Lorenzo Bruni – è costituita da cinque nuovi gruppi di lavori che permettono di far conoscere gli attuali interessi di Wang Yuyang rispetto al tema della luce. La luce, come immagine, fenomeno, ma anche concetto, è esaminata e proposta attraverso opere pittoriche di differenti soggetti, risultato di diverse processualità. Questo è evidente nei quadri dal titolo 2 in 1 Series – pitture ad olio su stampe fotografiche, realizzate a partire da alcune fotografie scattate alle tele grezze illuminate da luce radente – così come nella nuova serie di dipinti in cui la luce di tubi al neon non illumina più le opere ma diviene soggetto stesso di esse. Queste ultime sono tele intime, di piccole dimensioni, che l’artista descrive come un: ‘presente che è stato sbiadito dal futuro’. Le due installazioni luminose, Relationship e Square Moon, adottando l’uso di tubi al neon come oggetti scultorei e cinetici, oltre che reali, spostano la riflessione dalla rappresentazione/presentazione della luce al dialogo tra simbologia e scienza e osservazione e fruizione. Il grande quadro dal titolo The Moon – che occupa l’intera parete di fronte all’altare della cappella rinascimentale – propone, nell’anno del cinquantesimo anniversario dello sbarco sul satellite naturale della Terra, un’immagine inusuale della Luna, fatta di colori sgargianti. Le opere in mostra sono molto differenti tra loro per tecniche e soggetti, tuttavia sono accomunate dalla fiducia nel potere dell’immaginazione, ovvero nella possibilità di interrogare incessantemente la validità del reale, sia a livello scientifico che poetico. Qualità che da sempre l’essere umano possiede ma che in quest’epoca sembra essere stata barattata con un’attitudine a non porsi domande, sviluppatasi con la diffusione dei social network che spesso propongono verità illusorie sostitutive alla realtà”.

L’artista stesso descrive il suo interesse nei confronti della scienza e delle nuove tecnologie: “I miei quadri Moon – spiega Yuyangsono la copia fedele delle immagini prodotte dalle agenzie spaziali, caratterizzate da varie gradazioni di grigio. Per realizzarli per prima cosa indosso un paio di occhiali digitali che mi permettono di vedere tutto in bianco e nero; in un secondo momento inizio a dipingere scegliendo i colori ad olio da una tavolozza su cui precedentemente ho cancellato il nome delle varie cromie. Di conseguenza, alla fine del processo, tutti i colori che vediamo sulla tela sono accostati tra loro in maniera casuale, l’immagine finale corrisponde al colore che la Luna potrebbe avere in un altro spazio. Se il pubblico però guarda il quadro colorato usando lo schermo del proprio smartphone in modalità bianco e nero è come se tornasse immediatamente alla nostra realtà”.

Wang Yuyang (nato nel 1979, Harbin, Cina) si è laureato presso la China Central Academy of Drama e la Central Academy of Fine Arts. Attualmente l’artista vive a Pechino, dove insegna dal 2008 alla School of Experiment Art resso la Central Academy of Fine Arts. Il suo lavoro è stato esposto in importanti collezioni pubbliche come: K11 Art Foundation, Hong Kong; Long Museum, Shanghai; Museo d’arte della Central Academy of Fine Arts, Pechino; 21st Century Minsheng Art Museum, Shanghai; Ullens Center for Contemporary Art (UCCA), Pechino e Power Station of Art, Shanghai.

La mostra Lucciole per lanterne è realizzata con la collaborazione della galleria Massimo De Carlo, Milano/Londra/Hong Kong.

Si ringrazia CAFA Central Academy of Fine Arts, Beijing.

 

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