Dall’Accademia di Belle Arti di Firenze a Rosburgo, l’arte di Pasquale Celommi

E’ sorridente e fiera, indossa il tradizionale abito di panno turchino delle donne che lavoravano nei campi stretto in vita ma ingentilito dalla candida camicia e dai variopinti scialli e dal grembiule ricamato, esibisce con orgoglio i suoi gioielli, gli “sciacquajje” gli orecchini pendenti usati ogni giorni per scacciare il malocchio e al collo  la “cannatora” la collana in oro formata da sfere unite da una catenella, l’anello d’oro al dito e due grandi  medaglie, forse portafortuna o l’immagini sacre di un santo protettore, che pendono dal corsetto, appese a un nastro turchino . E’ l’immagine dell’Abruzzo rurale di fine Ottocento nei colori e nello stile di Pasquale Celommi così lontana da quella dei suoi grandi contemporanei, Michetti, Patini, Palizzi, intrisa da una visione pessimistica. 

L’opera “ Nel campo di lino” datata 1880  e conservata presso la Pinacoteca Civica di Roseto degli Abruzzi è stata restaurata grazie all’intervento di una benefattrice, opera cardine attorno alla quale si è dispiegata la mostra “Pasquale e Raffaello Celommi, pittori tra luce e realtà” nel mese di agosto  per la prima volta a  Montepagano, nella sede di Palazzo Mezzopreti.

E’ qui che nacque nel 1851 Pasquale Celommi che sin da piccolo manifestò la sua predisposizione per il disegno, a soli tredici anni  sarà notato da Camillo Mezzopreti, facoltoso collezionista locale e pittore dilettante  che sarà il finanziatore dei suoi studi e colui che lo aiuterà nelle committenze . Nel 1873 si aggiudicò un concorso della Provincia di Teramo che gli permise di frequentare la Scuola libera del nudo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze dove avrà come maestro Antonio Ciseri, inizia così a partecipare a mostre e concorsi e ad avere le prime commissioni.

Nel 1880 si sposerà con Giuseppina Giusti, nipote del poeta Giuseppe Giusti che gli diede ben undici figli. E’ nel 1881 a Firenze  che nasce Raffaello, il primogenito e per motivi di salute la famiglia farà ritorno in Abruzzo a Roseto, l’antica Rosburgo. Lontano dall’ambiente accademico Pasquale Celommi potè dedicarsi e studiare da vicino la natura e il paesaggio della sua terra, la sua gente, pastori, contadini, pescatori,  artigiani, un’umanità varia rappresentata nella dimensione della realtà e di una luce di vitale serenità, immagini luminose che hanno raccontato e diffuso la conoscenza della terra d’Abruzzo nel mondo sia dal punto di vista turistico ma anche anche attraverso i viaggi dei migranti di fine ottocento . Artista prolifico, Pasquale Celommi partecipò ad importanti mostre come la “Italo Americana” tenutasi a Genova nel 1892 e alla LXVI Esposizione di Belle Arti di Roma del 1895, ma la sua fama sarà destinata ad espandersi grazie all’opera di alcuni galleristi come Alexandre e Jules d’Atri che avevano la loro galleria d’arte a Roma, la galleria di Joseph Winterstein a Vienna, le gallerie Bekerans di Monaco di Baviera e di Berlino.

Nei pressi della spiaggia fece costruire il suo studio d’arte che con le mura smerlate ricordava un edificio medievale e che condivideva con il figlio Raffaello che una volta conclusi gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, ritornò a Roseto per affiancarsi al padre, nel 1929 sposò Luigina Rosati, pianista e studiosa di letteratura francese figlia di Luigi Rosati direttore dell’Accademia di Santa Cecilia e maestro di Beniamino Gigli. Particolarmente attivo nella ritrattistica e nella pittura di paesaggio, marine e campestri Raffaello Celommi ha saputo sintetizzare la ricerca naturalistica con  uno sguardo più maturo e dai tratti idealizzanti. Eletto sindaco della cittadina di Montepagano nel 1924 si spense a Roseto degli Abruzzi il 3 marzo del 1957.

L’esposizione  che si è svolta dal 23 luglio al 21 agosto nella sede di Palazzo Mezzopreti, a cura di Mario Giunco, Gaia di Ilio, Francesca Martella ha messo in mostra una trentina di opere provenienti dalla Pinacoteca Civica di Roseto degli Abruzzi e da collezioni private. Per la prima volta le opere dei due artisti sono state esposte a Montepagano, cittadina abruzzese nota per la rassegna dedicata ai vini tipici, e proprio nel palazzo Mezzopreti a pochi passi dalla casa in cui era nato Pasquale Celommi, tele di grandi dimensioni come “Saluto all’aurora” un olio su tela cm. 216X132 del 1909 conservato alla Pinacoteca di Roseto e “Nellina” 109×67 cm, del 1915 circa che nel 2005  è stata utilizzata come immagine per un’emissione filatelica delle Poste austriache per il trentennale del Circolo Filatelico Numismatico Rosetano. Numerosi ritratti dipinti da Raffaello Celommi e in particolare quello  del padre realizzato nel 1928 un olio su tela 77×60 cm. da una immagine fotografica.

 

 

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