Aperta a Palazzo Strozzi Divina Bellezza, tra Van Gogh Chagall e Fontana l’arte e il sacro dal 1850 al 1950

“ Bisogna ristabilire l’amicizia tra la Chiesa e gli artisti. Non è che l’amicizia sia stata mai rotta, in verità … Non abbiamo rotto, ma abbiamo turbato la nostra amicizia… Voi Ci avete un po’ abbandonato, siete andati lontani a bere ad altre fontane, alla ricerca sia pure legittima di esprimere altre cose…” Il Cardinale Giuseppe Betori riprende le parole pronunciate da Papa Paolo VI il 7 maggio del 1964 nel suo incontro con gli artisti nella Cappella Sisitina, segnando l’inizio della ripresa di un dialogo tra la Chiesa Cattolica e il mondo dell’arte. L’occasione è la presentazione in anteprima della mostra “Bellezza divina, tra Van Gogh Chagall e Fontana” a Palazzo Strozzi che apre al pubblico domani, fino al 24 gennaio. Una riflessione tra arte e sacro dalla metà dell’Ottocento fino a metà Novecento attraverso un centinaio di opere di artisti internazionali e italiani, un percorso che mette a confronto i migliori esempi nati nel contesto italiano e internazionale che ci guidano nel complesso rapporto tra arte e sacro . “ La mostra infatti – prosegue il Cardinal Betori – intende smentire un luogo comune che per 150 anni la fede e la trascendenza siano scomparse dall’interesse degli artisti, mentre c’è stato un dialogo intenso e reciproco, mentre la ricerca dell’oltre può prendere altre strade.” Curata da Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Ludovica Sebregondi sotto la direzione di Carlo Sisi, la mostra è stata realizzata con la collaborazione della Fondazione Palazzo Strozzi con L’Ex Soprintendenza per il Polo Museale della città di Firenze, Arcidiocesi di Firenze e Musei Vaticani, main sponsor Cassa di Risparmio di Firenze  e si inserisce nelle manifestazioni organizzate in occasione del V Convegno Ecclesiale Nazionale che ci sarà a Firenze dal 9 al 13 novembre e in cui è prevista la visita del Santo Padre. Stamattina la conferenza stampa di presentazione alla quale hanno preso parte il Cardinal Giuseppe Betori, Nicoletta Mantovani, Monica Barni , Pierluigi Monceri, Micol Forti, Leonardo Ferragamo, Cristina Acidini e Carlo Sisi. Tra i numerosi prestiti da parte dei Musei Vaticani la Pietà di Van Gogh scelta come immagine per rappresentare l’evento e opera simbolica visto che raramente l’artista produsse opere di carattere sacro ma nella interpretazione che qui fa della Pietà de Delacroix, restituisce l’immagine della Madonna quale Mater dolorosa perfettamente calata nella realtà sociale di una donna contadina e ancora la Crocifissione di Renato Guttuso dalle Collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Roma, opera emblematica e con un’intesa connotazione politica, quasi una Guernica italiana, proveniente dall’Art Institute of Chicago la celebre Crocifissione bianca di March Chagall, particolarmente amata da Papa Francesco e il prestito importante, che chiude l’esposizione, dal Museé d’Orsay di Parigi “ L’Angelus” di Jean –Francois Millet, un dipinto divenuto immagine universale della spiritualità legata alla fatica del lavoro, dipinto da Millet  pensando alla nonna che al suono della campana interrompeva il lavoro nella campagna di Chailly e invitata alla preghiera.   La mostra è articolata in sette sezioni, dall’introduzione con Dal Salon all’altare, dove si trovano imponenti le tele de I Maccabei del Ciseri e la Flagellazione di Cristo di Bouguereau, Rosa Mystica e la declinazione simbolista dell’immagine mariana tra Otto e Novecento, la parte centrale della mostra procede secondo il racconto del Vangelo attraverso L’annunciaizone, Miracoli e parabole, Passione, Via Crucis, Crocifisisone, Deposizione e Resurrezione con opere dei più grandi artisti, tra cui Denis, Capogrossi, Martini, Rouault, Dix, Picasso, Fontana, Vedova. Una sezione particolare è dedicata a Gino Severini e alla sua decorazione murale tra spiritualità e poesia,  poi un’opera di Spazi del Sacro video art di Art Media Sudio di Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi dedicata alla costruzione e decorazione di edifici del culto cattolico, infine la sezione Chiesa, con opere di Wildt, Scipione, Matisse, Manzù,  mentre l’ultima sala  è dedicata alla Preghiera, alla Vergine di Casorati il compito di salutare il visitatore.

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