Nel 1947 in onore di Francesco Paolo Michetti pittore di Francavilla al Mare in Abruzzo nasceva il Premio Nazionale di pittura che oggi conclude la sua 67° edizione. La prima edizione vinta da Aligi Sassu era dedicata al Paesaggio Italiano, tra i partecipanti De Pisis, Tosi, Guidi, Tommaso Cascella. La sua formula orientata a coniugare le spinte moderniste e i linguaggi della tradizione pittorica con un’apertura all’arte internazione è rimasta inalterata per tutti questi anni, tratto distintivo del premio di pittura più antico d’Italia. E’ da Francavilla al Mare che sono passati i più importanti artisti che hanno rappresentato le correnti artistiche del XX secolo, da Prampolini a Titina Maselli, i critici più accreditati hanno lasciato il loro segno curando rassegne che hanno lanciato giovani artisti sulla scena nazionale, non sono mancati i confronti con l’arte di altri paesi, l’area Balcanica, l’Argentina, la Cina, gli omaggi e le retrospettive, sempre di altissimo livello.
Quest’anno un ritorno importante per Luciano Caramel, già curatore di numerose edizioni che insieme a un gruppo di curatori, Anna D’Ambrosio, Paolo Bolpagani, Elena di Raddo, Emma Zanella e Kevin Mcmanus ha coinvolto una trentina di artisti chiamati a confrontarsi con il tema che prende spunto dalle ricerche di Lucio Fontana che sfociò nel Manifesto Blanco del 1946 e che ha dato vita alla LXVII edizione del Premio Michetti dal titolo “OLTRE, NEL COSMO, nell’incognito degli universi e dello spazio tempo della contemporaneità”. Se come afferma il fisico Carlo Rovelli “la scienza, prima di essere esperimenti, misure, matematica, deduzioni rigorose è soprattutto visionaria: il pensiero scientifico si nutre della capacità di vedere le cose in modo diverso da come le vedevamo prima”, l’arte è senza dubbio quella disciplina in grado di guardare oltre e di evolversi. Apprezzata dal pubblico e della critica l’edizione 2016 del Premio Michetti che si chiude oggi negli spazi del Museo Michetti a Francavilla al Mare, sotto la direzione del Prof. Vincenzo Centorame, sarà ricordata come una delle più esclusive per l’accurata selezione degli artisti ammessi a partecipare.
Un’edizione ispirata alle teorie delle fisica contemporanea, dai quanti alle onde gravitazionali che è stata vinta ex-aequo da Sonia Clark con “Whole Hole Hole Whole” , Lorena Pedemonte Tarodo con il lavoro “ Il giardino del segno “Segni polifonici” e Giovanni Sabatini con “Fiat Lux”, premio alla carriera per l’artista Bruno di Bello e menzione speciale per Alice Pedroletti. Prosegue invece fino al 24 settembre al piano superiore di Palazzo san Domenico la mostra omaggio a Franco Summa, caposcuola e massimo esponente dell’Arte Urbana, “Urban Raimbow” presentata da Enrico Crispolti e allestita dall’architetto e artista Mariano Moroni con un percorso critico di Silvia Moretta. La mostra ripercorre le tappe fondamentali del percorso artistico di uno dei protagonisti dell’arte italiana, con una ricca selezione di opere, Monumenti urbani e domestici che sintetizzano la ricerca di questo artista totale costantemente tesa a definire il rapporto dell’uomo con l’ambiente in cui vive e alla riqualificazione dell’immagine della città, un universo popolato di segni, simboli, forme archetipiche attraversato dall’arcobaleno culturale, la doppia serie dei dodici colori timbrici, da sempre cifra stilistica della sua arte .