Al Centro Pecci il Primo dizionario aereo italiano ( futurista)

Pubblicato nell’aprile del 1929 a Milano, dall’editore Morreale, il “Primo dizionario aereo” che porta la firma di Filippo Tommaso Marinetti e di Fedele Azari non era mai stato più ristampato. Nella sua prima edizione, ancora reperibile nel mercato antiquario a cifre che superano il migliaio di euro, si presentava con una copertina rosa con titoli in blu, secondo il  design dello stesso Azari, poliedrica figura del Futurismo italiano, scomparso troppo presto, all’età di trentacinque anni.

Questo nostro Primo dizionario aereo italiano – scriverà Marinetti – è anche il primo Dizionario Aereo che appare nel mondo mentre si inizia l’era del volo e va sorgendo il linguaggio aereo caratteristico delle nuove generazioni”. Da abile promotore quale era il fondatore del Futurismo la sua forza sta nel sistematizzare per la prima volta una terminologia nuova che ha a che fare con la nuova sensibilità aviatoria, proponendo in questo modo una vera e propria italianizzazione della terminologia tecnica aviatoria .

Il merito per averlo riportato in libreria invece va all’editore fiorentino Apice che domani, giovedì 16 febbraio alle ore 18.00 lo presenta al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci con la partecipazione di Nicoletta Maraschio Presidente onoraria dell’Accademia della Crusca di Firenze, Stefani Stefanelli curatrice del volume e docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Laura Monaldi critico d’arte, Paolo Albani  artista e scrittore e il musicologo Albert Mayr.

Un dizionario che sarà funzionale alla comprensione sia dell’Aeropittura che sarà annunciata da Marinetti in un articolo del 22 settembre di quell’anno e nel manifesto redatto da Mino Somezi ma anche per l’Aeropoesia, il cui capolavoro rimane l’Aeropoema del Golfo della Spezia, riedito anni fa va Vallecchi, una delle ultime grandi opere di Marinetti.

Corrente che si svilupperà all’interno del Futurismo tra gli anni Trenta e Quaranta, l’aero-futurismo ha il suo precursore nell’opera di Fedele Azari, pittore, scrittore, editore, pubblicitario, avvocato, fotografo, ma soprattutto aviatore, autore di quattro manifesti in cui ogni ambito sarà futuristizzato, dal teatro alla natura, alla macchina, alla vita stessa.

Aviatore volontario durante la Prima Guerra mondiale e fondatore della prima Società italiana di aviazione civile, per primo userà l’aereo per riprese dall’alto, fotografiche e cinematografiche e per la pubblicità con il lancio di volantini o l’uso di striscioni attaccati all’aereo. A Torino nel 1922 conoscerà Depero con il quale avvierà un sodalizio artistico destinato a durare per tutti gli anni ’20. Tra i suoi dipinti conosciuti “Teatro Aereo futurista” e “Prospettive di volo”, quest’ultimo definito da Marinetti quale primo quadro di aeropittura sarà esposto alla XV Biennale di Venezia nel 1926 ponendo le basi per la nascita di questa corrente all’interno del Futurismo.

Da questo momento in poi Fedele Azari  avrà un ruolo di rilievo all’interno dell’organizzazione del movimento e nel 1927 inaugurerà la casa d’arte futurista Dinamo-Azari con una vasto programma nella creazione e nelle promozione di opere d’arte, edizioni, oggettistica, arredamento. Sarà anche un grande collezionista di opere di Boccioni e a lui si deve la riedizione di alcune sculture.

In campo editoriale ricordiamo il famosissimo Depero futurista del 1927 conosciuto anche come “ libro imbullonato” con la chiusura formata da grandi bulloni metallici e l’Opera completa di Umberto Boccioni andato disperso. L’idea di trasferire questa attività all’estero e di far conoscere a New York  l’arte di Boccioni e di Depero rimarrà solo un progetto, morirà il 25 gennaio del 1930, il suo ultimo lavoro rimasto  incompiuto un libro su Umberto Boccioni.

 

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