Viaggio a Urbino per la Venere di Tiziano

Pare che Guidobaldo II della Rovere volesse a tutti i costi un dipinto di una “donna nuda” di Tiziano al punto di impegnare del suo per ottenerlo nel 1538, nei suoi intenti avrebbe dovuto avere uno scopo educativo per la giovane moglie, Giulia da Varano, sposata nel 1534 per ragioni politiche e che come la bella Venere ritratta avrebbe così dovuto essere sensuale ma solo per il duca e quindi sposa fedele, un dipinto che ebbe grande fama e che fruttò a Tiziano e agli artisti del suo tempo repliche e varianti.

Entrata a far parte del patrimonio della Galleria degli Uffizi nel 1736, l’opera infatti era arrivata a Firenze insieme a centinaia di opere di grande valore con Vittoria della Rovere, andata in sposa a Ferdinando II de’ Medici nel 1637, la “Venere di Urbino”, capolavoro del Tiziano è stata esposta in importanti musei all’estero come il Prado, il Palais des Beaus Arts di Bruxelles, la National Gallery of Western Art di Tokyo e nel 2013 a Palazzo Ducale di Venezia in occasione della mostra “Manet, ritorno a Venezia”  per poi far ritorno agli Uffizi in una sala dedicata a Tiziano, ma non aveva mai fatto rientro a Urbino.

Dopo quasi  cinquecento anni , il dipinto tornerà nella città marchigiana, dal 6 settembre al 18 dicembre e verrà esposto nel Palazzo Ducale di Urbino. Il prestito rientra nella strategia voluta dal Ministro Franceschini al fine di valorizzare il territorio per mezzo dei grandi musei autonomi.

“La Venere di Urbino di Tiziano, un’icona di bellezza celebre in tutto il mondo, torna per la prima volta ‘a casa’, nelle stanze del Palazzo Ducale di Urbino per cui fu commissionata – afferma Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi –. Potremo dunque ammirarla e studiarla nel suggestivo contesto d’origine, dove si congiungerà ad altri capolavori strepitosi rinascimentali, come i dipinti di Piero della Francesca, la Città Ideale, lo Studiolo intarsiato di Federico da Montefeltro, e tanti altri capolavori che testimoniano lo splendore della famiglia urbinate”.

“Le proficue cooperazioni tra i musei statali dotati di autonomia sono uno dei punti centrali della riforma museale del Mibact. Con il temporaneo ritorno a casa della Venere di Urbino se ne realizzerà un esempio straordinario e, direi anche, sensazionale” – aggiunge Peter Aufreiter, Direttore della Galleria Nazionale delle Marche e del Polo Museale delle Marche. “La presentazione dell’opera celeberrima nel suo contesto originale – conclude il dirigente austriaco – non sarà solo un evento per cui saranno grati gli urbinati, ma anche tutti i numerosi turisti che amano visitare le Marche in autunno, nell’ottica di rilancio del prestigioso patrimonio italiano”.Distesa su un letto dalle bianche lenzuola, la sensuale Venere guarda diretta lo spettatore mentre nella mano destra lascia cadere delle rose rosse, la bellezza che svanisce con il tempo. Il cagnolino rannicchiato ai suoi piedi è simbolo di fedeltà mentre la tenda che separa la scena mostra un interno rinascimentale con le dame che stanno cercando gli abiti da far indossare alla giovane sposa che al momento è vestita solo dei gioielli, l’anello al mignolo, un bracciale d’oro con pietre preziose e all’orecchio una perla, simbolo di purezza.

 

 

 

 

 

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