Eugenio Miccini “Se ne vogliamo parlare” alla Biblioteca Umanistica fino al 1 dicembre

Certi sentimenti, certe voci interiori, di cui quei ‘dizionari larghi’ che sono i giornali e i rotocalchi recano segni così superficiali e generici che faticosamente si esorcizzano nel momento di ‘parlare di sé’, non sopportano più di tanto i congegni logo-iconici. Del resto mettere su carta parole significa anche agire sulla memoria e sul tempo, lavorare su ritmi e su metri concisi, molto distanti dalle misure spaziali delle tavole visive” . Tra le più importanti raccolte di Eugenio Miccini ‘poeta lineare’ è senza dubbio “Se ne vogliamo parlare” , l’opera tirata in 650 copie da Empiria nell’aprile del 1989 che ancora oggi come all’epoca scrisse Cesare Milanese nella prefazione “Eugenio Miccini con questa raccolta …rientra tutto intero nel percorso della poesia della parola sola: la poesia fatta di immagini eterne”.

Ed è proprio questo mirabile libro di lirico ad aver ispirato la mostra bibliografica in corso alla Biblioteca Umanistica di Firenze in occasione del decennale della morte dell’artista a cura della prof.ssa Lucilla Saccà e fortemente voluta da Gianna Bennati che ha gentilmente concesso la sua collezione privata di  ex libris, libri oggetto e documenti, mostra che  costituisce un ulteriore tappa di approfondimento dopo “Quella che vi abbiamo raccontato è una storia d’amore” presentata nel novembre-dicembre 2015 alla Biblioteca Civica di Verona. In linea con il rivoluzionario programma artistico degli anni Sessanta, in una prospettiva poetico-ideologica, intesa come reazione al linguaggio della comunicazione di massa e della propaganda commerciale, Eugenio Miccini è tra i fondatori del Gruppo 70 nel 1963 e del Centro Tèchne e dell’omonima casa editrice nel 1969. Il suo contributo allo sviluppo della Poesia Visiva è stato determinante per la vasta produzione di  poesia lineare e poi visiva, di saggistica e di critica d’arte.

Il suo è un linguaggio iconico-testuale ironico, dalla forte valenza ideologica, caratterizzato dall’interdisciplinarità delle arti, dalla tecnica del collage, come medium prediletto e da un senso di spiazzamento nell’accostamento tra parole e immagini; il libro, come si desume nella mostra, viene inoltre considerato alla stregua di un  manufatto estetico, indagato nella sua struttura e concezione, giocando con le sue infinite possibilità iconiche ed artistiche. La mostra è corredata dalla proiezione in loop del repertorio performativo e iconografico dell’artista fornito dagli eredi e da importanti collezioni. Alla inaugurazione della mostra lo scorso ottobre hanno partecipato con i loro interventi : Gianna Bennati, Pietro Gaglianò, Rosaria Lo Russo, Lucilla Saccà e Stefania Stefanelli.

Biblioteca Umanistica Piazza Brunelleschi, 4 – Firenze fino 1 Dicembre 2017 dal Lunedì al Venerdì – ore 9.00 – 19.00 Ingresso libero

 

 

 

 

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