Dal disegno al modello, d’Apres Michelangelo al Castello Sforzesco a Milano

Privarsi di quel disegno aveva procurato non meno sofferenza della perdita di un figlio, tanto che prima di farne dono al Duca Cosimo I, Tommaso de’ Cavalieri, giovane patrizio romano e grande amico di Michelangelo, ne fece fare una copia da “un maestro amico suo”. E’ la celebre “Cleopatra”, un disegno a matita nera, uno dei numerosi presentation drawing, nella definizione coniata da Johannes Wilde o più semplicemente “fogli d’omaggio”, opere d’arte compiute a tutti gli effetti e, o comunque, non solo, disegni di studio con il quale Michelangelo era solito omaggiare gli amici più stretti. Una produzione grafica che rappresenta un vertice dell’attività michelangiolesca anche per la complessità dei soggetti, di tematica classica e mitologica nei doni rivolti al Cavalieri, di argomento devozionale e sacro per Vittoria Colonna. Ma alla dimensione amicale e strettamente privata fa da subito seguito quello del modello da copiare. Il  riconosciuto capolavoro d’arte diventa una sorta di brand, quasi un marchio alla moda, imitato e replicato in ambiti e con tecniche diverse. E’ il tema della mostra che si è aperta   a Milano nelle nuove sale espositive dell’Antico Ospedale  Spagnolo, adiacenti al Museo della Pietà Rondanini, di recente inaugurato, al Castello Sforzesco, dal titolo “ D’Après Michelangelo, la fortuna dei disegni per gli amici nelle arti del cinquecento”, nell’ambito degli eventi di ExpoinCittà, curata da Alessia Alberti, Alessandro Rovetta e Claudio Salsi per il Comune di Milano . Oltre ottanta opere in mostra e numerosi prestiti italiani e internazionali tra cui figurano i Musei Fiorentini e Casa Buonarroti, la Galleria dell’Accademia di Bologna, i Musei di Bergamo, Bologna, Napoli, Palermo, Roma, diversi Gabinetti Disegni e Stampe, collezioni private, come il Museo Poldi Pezzoli,  e la Biblioteca Apostolica Vaticana, insieme a opere mai esposte prima in Italia e provenienti dalle maggiori collezioni di Europa e Stati Uniti, come Londra, Parigi, Oxford, Stati Uniti, New York e Washington. E’ tra gli anni Venti e Quaranta del Cinquecento, mentre Michelangelo è in attesa delle committenze medicee per la Sagrestia Nuova in San Lorenzo e di quelle pontificie, per il Giudizio Universale alla Sistina, che intreccia importanti relazioni di amicizia con esponenti della nobiltà romana siglate con i pregevoli disegni in dono. Il percorso della mostra che rimarrà aperta al pubblico fino al 10 gennaio, è cronologico e tematico. Tra le “teste divine” il nucleo più antico di presentation drawing, di cui il gentiluomo fiorentino Gherardo Perini  ne ricevette in regalo ben tre, figurano la celebre “Furia” e la seducente immagine di “Zenobia”, oltre alla già citata testa di “Cleopatra”. Le tematiche e i soggetti mitologici furono in particolare per i disegni dedicati a Tommaso de’ Cavalieri che Michelangelo conobbe negli anni trenta e con il quale instaurò una grande amicizia, frutto anche di scambi di opinione nell’ideazione delle opere del maestro. Oltre al “Supplizio di Tito” , il volo di “Ganimede” che ebbe un grandissimo successo nell’ispirare numerose versioni grafiche  ed anche  derivazioni nelle arti decorative, sino ad arrivare alla Battaglia di Montemurlo di Battista Franco e la Caduta di Fetonte, autentico soggetto cult assai replicato in disegni, stampe, plachette, cammei. Infine i disegni a soggetto mistico o sacro dedicati a Vittoria Colonna, Marchesa di Pescara, con la quale l’artista condivise un “comune sentire religioso e spirituale” fino alla di lei  scomparsa, nel 1547. Emblematica la “Madonna del Silenzio”, opera misteriosa rivelatrice del clima di clandestinità in cui si svolgevano gli incontri tra i due e la Crocifissione in cui il Cristo viene raffigurato vivo sulla croce in dialogo con il Padre, infine  la Pietà con in primo piano il sacrifico di Cristo, modello privilegiato negli anni, oltre il Cinquecento, per la produzione di dipinti, disegni e  oreficeria liturgica.

 

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