Da “La fine del mondo” un nuovo inizio, attesa per il Grand Opening del Centro Pecci il 16 ottobre

“ Dalla fine del mondo a un nuovo inizio” con queste parole l’architetto Maurice Nio ha sintetizzato la rinascita del Centro Pecci che il 16 ottobre riaprirà i battenti al mondo dell’arte contemporanea. Suo il progetto “Sensing the waves” che è andato ad innestarsi con il precedente edificio progettato da Italo Gamberini e che venne inaugurato il 25 giugno del 1988, quando da Prato venne lanciata la sfida e grazie a Enrico Pecci e al Comune venne inaugurato il primo museo di arte contemporanea in una sede ad hoc. Il  nuovo Centro Pecci, negli intenti di Maurice Nio, si pone come un’antenna, un sensore in grado di captare ma anche di trasmettere le forme di creatività e le produzioni artistiche del territorio, come lui stesso dice “ E’un’antenna. Sonda gli umori culturali, alla ricerca di nuove correnti”. L’ampliamento della struttura, 11.000 mq., più che raddoppiati gli spazi espositivi,  è stato possibile grazie alla collaborazione tra Comune di Prato e Regione Toscana che hanno intercettato ingenti fondi comunitari e tutti i soci della storica Associazione per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci che ha gestito il Centro fino al 29 febbraio di quest’anno. Il  30 luglio dello scorso anno poi è nata la Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, un nuovo organismo chiamato a governare il Museo e a coordinare le politiche del contemporaneo del territorio regionale presieduta da Irene Sanesi mentre il comune di Prato nel gennaio di quest’anno, insieme all’Associazione è divenuto comproprietario della collezione del Centro Pecci, acquistata fino al 31 dicembre 2004, chiudendo simbolicamente un percorso iniziato trenta anni fa.

Nella sede della regione Toscana  la conferenza stampa di presentazione del Grand Opening del nuovo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato a cui è stato attribuito il compito di coordinamento e di fulcro regionale dell’arte contemporanea, con la mostra “La fine del mondo” curata da Fabio Cavallucci direttore del Centro Pecci,  e degli eventi  collaterali che coinvolgeranno Firenze, Pisa, Vinci. “La fine del mondo-Prologo” a cura di Stefano Pezzato che porterà le opere del Pecci all’interno di istituzioni toscane, “Contemporary Tuscany” che per la prima volta traccerà un percorso di arte urbana nella città di Prato, “La Torre di Babele” a cura di Pietro Gaglianò iniziativa dei galleristi toscani in un edificio di archeologia industriale, “TU35/2016” dedicata ai giovani artisti toscani emergenti, “Icastic for Pecci” all’interno della Camera di Commercio di Prato a cura di Fabio Migliorati  e al teatro Fabbricone i progetti del recente concorso per il Parco Centrale di Prato che ha visto la partecipazione dei più importanti architetti e paesaggisti internazionali.

“Dopo anni di lavoro sono lieta di annunciarne l’apertura – ha detto l’assessore regionale Monica Barni – nel 1988 io c’ero, quando a Prato fu aperto il primo museo di arte contemporanea per noi giovani fu un momento di grande entusiasmo, oggi è una festa, aprire il museo chiuso dal 2013, lo trovo bellissimo. L’ho visitato anche durante le fasi di lavoro – ha proseguito l’assessore Barni – e penso che un edificio così bello sarà riempito da straordinarie opere d’arte, siamo arrivati al punto di aprire il museo certi che la collaborazione che la Regione negli anni ha sviluppato con il Centro Pecci lo renda un motore di ricerca multidisciplinare aperto al mondo e alle avanguardie”. “ Nell’amministrazione di una città ci sono dei passaggi che non sono come gli altri e questo è uno di quelli – ha detto il sindaco di Prato Matteo Biffoni – una città che ha nel suo DNA il contemporaneo, Prato ha sempre avuto l’ambizione di parlare al mondo, il Pecci quale centro Regionale per l’arte contemporanea sarà per la mia città il biglietto definitivo.

E’ un museo nuovo e questo non accadrà in nessun altro luogo per i prossimi dieci anni nell’arte contemporanea, questo è il tassello che vogliamo portare, un progetto che parla al mondo senza confini, questa la sfida del Pecci, c’è grande interesse e il desiderio di arrivare rapidamente alla data del 16 ottobre”. “ La fine del mondo, et vos estate parati – ha detto Irene Sanesi riprendendo le parole dei Vangeli – siate pronti, la riapertura è un working progress. Per la Fondazione che ha appena compiuto un anno, un museo che riapre e che punta sull’ancoraggio con la comunità, quella pratese, nel 1988 fu una grande scommessa, un dialogo con la Città Metropolitana, il pivot che possa riaccendere questo network e questo sistema di relazioni attraverso due tempi. Per primo lo sviluppo del pubblico, scoprire il decoder culturale verso l’arte contemporanea, un museo di oltre undicimila metri quadri credo che abbia bisogno della legittimazione del grande pubblico, la comunicazione è fondamentale e i giornalisti sono ambasciatori per il suo sviluppo.

L’altra parola chiave è lavoro, Prato città fabbrica per antonomasia, oggi essere un’impresa culturale significa anche la creazione di uno sviluppo per un territorio.” Curata da Fabio Cavallucci direttore del centro Pecci la mostra “ La fine del mondo” all’interno dei rinnovati spazi museali “ Un titolo che può essere apocalittico, catastrofico – ha detto Cavallucci – ma non è così, vuole invece suggerire quello stato d’animo, quell’incapacità di comprendere questo mondo  che abbiamo davanti, crediamo di poterlo guidare ma non ne siamo capaci. Un sentimento diffuso e il suggerimento per la mostra mi è stato fornito dall’edificio “Sensing the waves”, un edificio che deve captare le onde della modernità. Gli artisti sono i nostri gioielli, sono in tutto 50, alcuni stanno completando opere impegnative come il brasiliano Henrique Oliveria una delle prime esposte, fino a quella del polacco Robert Kusmirowski che chiude l’esposizione”. Tra gli aspetti organizzativi, la grande scommessa sarà l’apertura serale, questo il momento in cui saranno concentrati gli eventi, cinema, teatro, danza, musica, e un biglietto congiunto con Palazzo Strozzi. L’appuntamento a questo punto è per il 16 ottobre, questa la data da segnare in agenda.

La mostra “La fine del mondo” e il programma del Grand Opening saranno realizzati con il contributo di Terna, ChiantiBanca, Publiacqua, ASM, Unicoop Firenze, con il sostegno di Prohelvetia e con la sponsorizzazione tecnica di Menabrea e Untitled Association. Media coverage Sky Arte HD.

 

 

 

 

 

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